Operazione Vegetarian

di Leonardo Marta

UNA MAGRA VITTORIA: L’OPERAZIONE VEGETARIAN, O LA (POTENZIALE) GUERRA BIOLOGICA PIÙ LETALE DELLA STORIA

Le bombe atomiche spaventano… sono state create per incutere paura e risuonare terrificanti, si sanno quali sono i loro effetti, si è vista la devastazione da loro portata su Hiroshima e Nagasaki e si può ben immaginare quale possa essere il risultato di un loro utilizzo di massa: un incubo dal quale l’umanità non riuscirebbe ad uscire, se non altro perché non vi sopravviverebbe.


Eppure, proprio per questa loro distruttività, le armi nucleari vengono considerate da molti, paradossalmente, come garanti della pace, della stabilità e della sicurezza delle nazioni che le detengono. Rappresenterebbero un ottimo deterrente contro potenziali invasori, scoraggati dalla possibilità di essere abbattuti da bombe atomiche o all’idrogeno.
Ma prima delle armi nucleari? Cosa si faceva prima della loro invenzione? Come si scoraggiava un paese dall’invaderne un altro? Attraverso quali armi veniva attuata la deterrenza?

Durante la Seconda Guerra Mondiale si credeva che il miglior deterrente contro una potenziale invasione fosse l’utilizzo di armi chimiche, quali gas asfissianti, vescicanti o nervini. Nonostante la loro gravità, è nulla rispetto alla deterrenza biologica concepita dai britannici: un’arma che avrebbe fatto sembrare l’idea di farsi inondare di iprite, fosgene e altri agenti chimici come molto preferibile, quasi desiderabile. Questo sistema era più di un semplice meccanismo di deterrenza. Era una sorta di piano con cui la Gran Bretagna in caso di invasione avrebbe portato con sé, nella sua rovina, la Germania nazista e probabilmente buona parte del resto d’Europa: l’operazione Vegetarian, quella che sarebbe potuta essere la guerra biologica più letale della Storia.

“Con l’acqua alla gola! Che anneghino tutti”
Nel 1940, la Gran Bretagna si trova effettivamente con l’acqua alla gola, o almeno così la pensano in molti. Il paese è isolato e sotto i bombardamenti, solo di fronte a una Germania nazista apparentemente inarrestabile che in pochi mesi ha invaso e sconfitto tutte le maggiori nazioni europee, meno che l’Unione Sovietica. Si teme che i tedeschi possano invadere anche il Regno Unito, consegnando così definitivamente l’Europa alla tirannia di Hitler. E allora si cominciano a predisporre piani per poter contrastare un eventuale invasione tedesca della Gran Bretagna.

Tra questi, il più spaventoso viene partorito a Porton Down, un centro di ricerca biologico dell’esercito britannico, sperso nella pianura di Salisbury, celebre per Stonehenge ma disseminata di caserme e infrastrutture militari.

La paternità del progetto appartiene al patologo e microbiologo Paul Fildes che, un paio di anni dopo, nel 1942, arriva a concepire un piano ben articolato e delineato per sferrare alla Germania il colpo decisivo, dal quale (qualora il piano fosse stato attuato) non si sarebbe più ripresa, per i decenni a venire. Questo piano finirà con il prendere il nome di Operazione Vegetarian, in qualche modo grottescamente bizzarro, assurdamente caricaturale.


Fildes concepisce infatti di infettare milioni di torte di semi di lino con il batterio dell’antrace, nocivo tanto all’ uomo quanto agli altri mammiferi; sganciare queste torte sulla Germania e… aspettare. Aspettare che il bestiame avesse mangiato le torte e si fosse ammalato. In questa maniera, buona parte della popolazione tedesca sarebbe morta mangiando la carne infetta degli animali contaminati dall’ antrace, o si sarebbe trovata a fare i conti con una grave carenza di cibo dovuta alla decimazione del bestiame: i tedeschi sarebbero stati annichiliti tra la scelta di morire di antrace o di fame. Urrà! In questa maniera, la Germania nazista sarebbe stata definitivamente piegata, e la vittoria britannica assicurata.

“Non le basta ciò che i tedeschi continuano a fare al resto d’Europa? Devono essere puniti, a qualunque costo”

Sfortunatamente, però, i test portati avanti nell’isolotto disabitato di Gruinard, Scozia, rivelarono gravi problematiche nel piano. Qui venne fatta detonare una bomba all’antrace, affinché sessanta pecore, spedite appositamente sull’ isola, venissero esposte al batterio e si potesse avere un’ idea degli effetti che si sarebbero potuti verificare in Germania.

In pochi giorni tutti gli animali morirono, ma l’isola si contaminò a tal punto di scorie di antrace che fu necessario metterla in quarantena ed isolarla dal resto del mondo. Quando nel 1986, più di quarant’anni dopo, venne presa l’iniziativa di bonificare il luogo l’isola era ancora contaminata di antrace e furono necessari quattro anni per renderla sicura. Considerando che il piano prevedesse lo sgancio di più di cinque milioni di torte impregnate di antrace, non è difficile immaginare quanto distruttivi e duraturi sarebbero stati i suoi effetti, rendendo inabitabile l’intera Germania e provocando milioni di vittime in gran parte del Vecchio Continente.

“Dottore, lei ha pensato al fatto che sganciando tutto quell’ antrace sulla Germania il contagio potrebbe estendersi anche alle nazioni limitrofe?”

L’Operazione Vegetarian rimase un’opzione valida e pronta all’uso fino all’estate del 1944, poi, quando nel giugno di quell’anno gli Alleati sbarcarono in Normandia, le sorti della guerra divennero definitivamente a favore degli anglo-americani e dei sovietici, per cui il piano venne abbandonato e le torte infette distrutte col fuoco. Pur non essendo mai stato attuato, questo piano ha lasciato un’eredità fondamentale: la speranza che mai più un’opera umana abbia una tale portata distruttiva.

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